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Bologna, Mihajlovic: “Ho la leucemia”. Sabatini: “Sinisa resterà il nostro allenatore”

Il tecnico rossoblù ha parlato alla stampa dei problemi di salute che lo hanno costretto a farsi momentaneamente da parte.

Fabiola Graziano

"Un autentico fulmine a ciel sereno quello che si è abbattuto sul Bologna e sul suo tecnico Sinisa Mihajlovic, costretto ad abbandonare temporaneamente la guida della Prima Squadra rossoblù per sottoporsi a cure mediche specifiche. Prima di lasciare l'incarico però, il mister serbo visibilmente commosso ha voluto congedarsi mediante una conferenza che ha avuto luogo nella sala stampa del centro Niccolò Galli.

LA CONFERENZA STAMPA

"Le parole di Sabatini:"Il mister ha deciso di incontrare la stampa e noi abbiamo accolto la sua richiesta. Qui ci siamo io e Di Vaio fisicamente, ma idealmente c’è tutta la dirigenza del Bologna insieme a noi. Sinisa ha in mano il Bologna e terrà in mano il Bologna fino alla scadenza del suo contratto. Qualunque cosa succeda nei prossimi giorni, Mihajlovic resterà l’allenatore del Bologna".

"Le parole di Mihajlovic:"Quando è arrivato Sabatini stava peggio di tutti e, siccome ero geloso che tutte le attenzioni mediche erano su di lui, ho fatto di tutto per rubargli la scena e così l'attenzione è di nuovo su di me. Ho chiesto la conferenza e la riservatezza perché volevo dare io notizia a voi e alla squadra, ma per vendere 100-200 copie in più si è disposti a rovinare un'amicizia di vent'anni e a non rispettare un desiderio.

"Purtroppo ho fatto degli esami dove si sono scoperte alcune anomalie che non c'erano quattro mesi fa. Vi dico le cose come stanno, così è chiaro per tutti, però poi voglio rispetto per la mia privacy. Quando i ragazzi sono partiti per il ritiro, abbiamo detto che avevo la febbre e per questo non partivo con loro, ma in realtà dovevo fare degli esami e i risultati degli esami svolti hanno detto che ho la leucemia.

"Quando me l'hanno detto è stata una bella botta, sono stato due giorni chiuso in camera a riflettere e a piangere, ti passa tutta la vita davanti. Queste non sono lacrime di paura, io rispetto la malattia, ma l'affronto e la vincerò. E' una malattia in fase acuta e aggressiva, ma è attaccabile e questo è positivo perché si guarisce. Ci vuole tempo, ma si guarisce. L'ho spiegato anche ai miei ragazzi, con cui ho appena avuto una conference call in cui ho pianto, ma ho anche spiegato che noi scendiamo sempre in campo per vincere. Questa sfida io sicuramente la vincerò, per me, per mia moglie, per la mia famiglia e per tutti quelli che mi vogliono bene. Chiedo scusa a tutte le telefonate a cui non ho risposto in questi giorni, ma non ce la facevo, avevo bisogno di stare da solo e buttare fuori l'energia negativa per iniziare a combattere questa malattia martedì.

"Voglio ringraziare tutto il Bologna, che in questi giorni mi ha fatto capire che sono uno di famiglia. Io questa sfida la vinco, ma ho bisogno dell'aiuto di chi mi vuole bene. Non voglio fare pena a nessuno, anche se mi commuovo per i messaggi di affetto che sto ricevendo. Io la malattia la voglio affrontare, ho combattuto tutta la vita, e non vedo l'ora di iniziare a curarmi perché ce la metterò tutta per sconfiggere questa malattia e diventare un uomo migliore.

"Il 28 febbraio io ho fatto gli esami ed era tutto a posto e fino al 27 maggio mi sono allenato con la squadra. Non avevo alcun sentore della malattia, stavo bene e non mi sentivo affaticato. Nessuno di noi però deve mai pensare di essere indistruttibile, perché quando succede che ti diagnosticano una malattia è una botta, ma bisogna essere felici di averlo scoperto in tempo. Io faccio sempre visite ed esami del sangue perché mio padre è morto di cancro e, se non l'avessi fatte stavolta, magari l'avremmo scoperto tra un anno, troppo tardi. Questo non è un incubo, è realtà e bisogna combattere, ed è più facile combattere se ci si controlla e si previene la malattia".

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