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Around Premier: calciatore e gentiluomo

Titty Cerquetti

Aguero e Lukaku, quando calcio e fantacalcio passano per qualche minuto in secondo piano, ma non le belle emozioni

Non tutte le cose belle del calcio avvengono sul rettangolo di gioco, non tutte le azioni da ricordare contemplano un gesto tecnico o atletico di assoluto rilievo. Alle volte ci sono gesti che mettono una partita in secondo piano, che regalano momenti di gioia, di tenerezza, di umanità che nessun goal, per quanto importante, potrà mai dare. Forse perché inaspettati, imprevisti, difficili da pronosticare, certamente impossibili da schematizzare su una lavagna e provare in allenamento. Queste cose possono succedere in Inghilterra, vuoi per lo spirito di fair play che aleggia in campo e fuori e vuoi per l’architettura degli stadi che, a differenza di quelli italiani, tengono in considerazione una figura dimenticata nel belpaese: lo spettatore.

Sergio Aguero

Siamo a Goodison Park e l’Everton, reduce da una bella vittoria, ospita il lanciatissimo Manchester City. Una partita importante per entrambe le squadre, i padroni di casa vogliono una vittoria di prestigio per allungare in classifica, i citizens sono a punteggio pieno e vogliono continuare così, visto che il Chelsea e l’Arsenal perdono punti ed i rivali dello United vincono ma senza convincere.

La partita è cominciata da poco, siamo ancora sullo 0-0, e molti giocatori sono nell’area dell’Everton per un calcio d’angolo a favore del City. Tutti concentrati per la battuta tranne uno. Sergio Aguero, il forte centravanti argentino del City che si è accorto di uno spettatore in prima fila, poco distante da lui, che si sta sentendo male. Richiama a gran voce l’unità medica perché in quel momento neanche gli steward hanno notato nulla. Il pronto richiamo del Kun attiva subito l’intervento dei medici che nel frattempo sono richiamati anche da alcuni giocatori dell’Everton che si sono accorti di tutto.

Storia e lieto fine? Si, perché lo spettatore viene ricoverato grazie ai sanitari dell’Everton ed ora è in buone condizioni. Ringraziamenti al Kun da parte dell’Everton, dei parenti del soccorso e dei tifosi di ogni squadra.

Romelu Lukaku

Una settimana prima siamo al St. Mary's Stadium, e c’è ancora l’Everton, stavolta ospitato dal Southampton. I giocatori stanno effettuando il riscaldamento prepartita ed alcuni iniziano lentamente a fare rientro negli spogliatoi. In campo c’è ancora il centravanti dell’Everton, il belga Lukaku, che sta provando alcuni tiri.

Quello che dovrebbe essere l’ultimo prima di raggiungere i compagni negli spogliatoi, però, gli esce un po’ troppo potente, un po’ troppo alto, insomma, un po’ troppe cose per non finire direttamente in tribuna. Il guaio è che l’attenzione degli spettatori, durante i riscaldamenti, non è propriamente quella dei rigori di una finale mondiale per cui quei pochi che sono già sugli spalti o stanno parlando tra loro o stanno bevendo qualcosa o stanno chiamando qualcuno al telefono. La signora che viene improvvisamente colpita dal pallone di Lukaku sta tranquillamente parlando con il marito. Il giocatore, che ha seguito blandamente la traiettoria del pallone, all’avvicinarsi di questo all’obiettivo capisce che il guaio sta per succedere ma non può fare ovviamente nulla per evitare l’impatto.

Mortificato dall’accaduto accenna un gesto di scuse nei confronti della malcapitata ma poi, avviandosi verso gli spogliatoi, decide che non è abbastanza. Torna indietro, sale le scalette della tribuna e raggiunge la spettatrice colpita per regalarle la sua maglia ed un lungo, bellissimo abbraccio. Scuse accettate anche dal marito, e bellissimo gesto tra sostenitori di una squadra e calciatore di un’altra. Cose che possono succedere solo in Inghilterra? Forse si.