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Animali come mascotte: ecco le più famose delle squadre di calcio

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Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare della zebra come dell’animale tipico con cui si identifica la Juventus, piuttosto che del biscione dell’Inter o, ancora, della lupa giallorossa, diventata un vero e proprio simbolo della Roma. Non è...
Redazione Fantamagazine

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare della zebra come dell’animale tipico con cui si identifica la Juventus, piuttosto che del biscione dell’Inter o, ancora, della lupa giallorossa, diventata un vero e proprio simbolo della Roma.

Non è una questione solo italiana, dato che la mascotte di Eintracht Frankfurt è una vera e propria aquila, esattamente come è successo alla Lazio. In Germania, infatti, come raccontato dal blog del colosso Betway, c’è Attila, un’aquila che è diventata un vero e proprio simbolo per il club, avendo anche un ruolo del tutto particolare nel sostenere la squadra, mentre in Italia c’è Olympia, mascotte della compagine laziale che più di una volta ha volteggiato sullo stadio Olimpico prima delle partite.

La storia di Olympia

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L’aquilotto è il simbolo della Lazio, ma nessuno si attendeva che potesse diventare una mascotte in carne e ossa. Sì, dal momento che Olympia è un’aquila di mare testabianca, che è stata acquistata dal presidente della Lazio Claudio Lotito e arriva da Lisbona. Tutto nasce nel 2010, quando su volere di Lotito l’aquilotto presente come simbolo della Lazio doveva trasformarsi in qualcosa di più concreto.

Da qui l’idea di un aquilotto ammaestrato in grado di sorvolare l’Olimpico prima delle partite giocate in casa dalla Lazio. Per ricordare il primo sorvolo sullo stadio romano bisogna tornare al 22 settembre del 2010, prima di un match di cartello contro il Milan. In breve tempo, quello che poteva sembrare un evento straordinario, ma unico, è diventato un vero e proprio rito portafortuna e, in breve tempo, anche una tradizione a tutti gli effetti.

A Napoli il simbolo è legato agli equini

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Le compagini romane hanno come simbolo rispettivamente una lupa, la Roma, e un’aquila, come detto per la Lazio, mentre il Napoli ha volutamente puntato su un animale completamente differenti, preferendo gli equini. Non è un caso che sullo stemma della squadra campana, per tanti anni, si poteva trovare un cavallo rampante.

La mascotte del Napoli, invece, è rappresentata dall’asino, quello che più diffusamente in quelle zone viene ribattezzato “ciuccio”. Tra l’altro, la mascotte deriva esattamente da quel cavallo inalberato che fa parte dello stemma. Perché proprio un asino, o meglio un “ciuccio”? Si tratta semplicemente dell’ennesima dimostrazione del carattere tipicamente partenopeo. Stando a quanto viene riportato dalle credenze popolari, pare che un tifoso, particolarmente deluso dai risultati della squadra, decise di parlare in modo scherzoso al cavallo come se si trattasse di un “ciuccio”.

Il commento fu più o meno questo: “più che un bel cavallo, questa squadra mi pare l’asino di Fechella: 36 piaghe e la coda marcia”. Ebbene, quelle parole vennero notate da un giornalista, che è stato anche ex calciatore, ovvero Felice Scandone. L’articolo che venne scritto da quest’ultimo sul Mezzogiorno Sportivo, fece in modo di creare quella sorta di alone mistico nei confronti del ciuccio e fu il motivo per cui quest’ultimo diventò effettivamente la mascotte della squadra partenopea.

La zebra bianconera e il toro granata

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Il simbolo della Juventus nel mondo animale è strettamente legato ai colori. Sì, la Vecchia Signora ne ha fatto proprio una questione di strisce, ancor prima che di tonalità. La zebra bianconera trae ispirazione dall’icona che è stata realizzata dal giornalista Carlo Bergoglio nel 1928. La dirigenza bianconera, però, non è sempre stata molto coerente con questo simbolo, visto che l’ha cambiato più di una volta.

Il toro, invece, è stato da sempre il simbolo della compagine granata del Torino. Sul loro stemma, infatti, è sempre comparso questo animale, che rappresenta in fondo la città di Torino, in una posizione tipicamente rampante. Nel corso degli anni, sono stati modificati i colori e la forma dello stemma, ma il toro è rimasto sempre lì!