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De Zerbi: “Se arrivasse un’offerta importante la verificherei”

La Gazzetta dello Sport ha intervistato l'allenatore del Sassuolo che ha parlato dei suoi ragazzi, ma anche del suo futuro

Giovanni Sichel

Mister De Zerbi, intervistato da Gazzetta dello Sport, ha parlato di sé e della sua vita di allenatore. Rimasto in isolamento con la squadra a Sassuolo come da indicazione del club e lontano dalla sua famiglia, che è a Brescia, passa le sue giornate fra videochiamate e studio. Del resto, si sa, De Zerbi è un uomo di calcio 365 giorni l'anno, per 24 ore al giorno.

Il proseguo della stagione - "L'importante che si prendano decisioni senza che ognuno pensi al proprio orticello"

Come nasce questo Sassuolo - "L'idea guida era: i giocatori al posto giusto. Caputo ha sempre avuto un attaccante vicino, non è una boa. Berardi e Boga si esprimono bene in ampiezza. Non era fantascienza immaginare insieme Berardi, Defrel, Boga e Caputo"

Il Sassuolo ora è più continuo - "Qualche giocatore è cresciuto mentalmente. Locatelli, Berardi e Romagna ad esempio. E la continuità ha portato a certezze tattiche. Locatelli ha deciso lui di diventare grande, noi lo abbiamo solo accompagnato. Ore è completo, guida la squadra con la parola e con l'esempio".

Su Boga... - "Nell'uno contro uno ha pochi rivali al mondo. Anzi, nell'uno contro tre. Non conosceva l'esistenza della porta, faceva fatica a connettersi con i compagni a farsi servire sulla corsa e a giocare senza palla. È gratificante vedere come è migliorato. Ha già segnato 8 gol arriverà a farne stabilmente 15 a campionato"

... e su Berardi - "Quando c'era, ha sempre fatto benissimo. Ne vorrei tanti di Berardi. In allenamento è un esempio. Solo Timo Werner, alla sua età, ha segnato di più. È sottovalutato come tante cose del Sassuolo"

Sul futuro - "A me del contratto è sempre interessato poco. Però se non hai un contratto quando si devono fare programmi, è chiaro che possono aprirsi altri scenari. Ma io lavoro come se avessi 10 anni di contratto"

La direzione del calcio - "Balzano all'occhio tre cose: la cilindrata dei giocatori, la tecnica in velocità e il coraggio. In questo senso l'Atalanta è la squadra più europea. Nessuna esprime meglio i tre parametri. Ha un suo stile. Io batto molto sullo stile. Lo devi mostrare soprattutto contro le grandi. Noi l'abbiamo fatto a Torino con la Juve e a Milano con l'Inter"

Nostalgia del campo - "Cosa mi manca? Lo stress della partita, la tensione il mal di pancia. Mi fa stare alla grande. Mi stresso quando non ce l'ho".

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