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Torino, Walter Mazzarri: “Meitè come Hamsik. Bisogna lavorare sugli stimoli”

Il tecnico del Torino Walter Mazzarri presenta in conferenza stampa il match contro il Cagliari.

Massimo Angelucci

Il Torino di Walter Mazzarri, dopo un periodo di risultati altalenanti, cerca di risollevarsi a partire dal match di domani contro il Cagliari, rivelazione di questo inizio di stagione, e di prendere punti importanti per riavvicinarsi alla zona Europa.

LE DICHIARAZIONI DI MAZZARRI

"Con il Cagliari tutti a disposizione: "se noi stiamo bene fisicamente possiamo giocarcela con tutti, come l'anno scorso quando stavamo al top della veemenza fisica e mentale. L'avversario va rispettato, ma noi dobbiamo fare meglio di altre volte. Sono contento che in questi giorni ho potuto lavorare con tutti gli effettivi, ho stressato tutti i miei collaboratori per fare allenatori personalizzati. Tutti devono essere al meglio della condizione psicofisica, se sono al meglio, possono lavorare bene con la palla e di conseguenza migliora il gioco".

"Sulla formazione: "la squadra non è brillante come la vorrei io. Domani giocherà chi sta meglio ed entreranno i tre che daranno maggiori garanzie dal punto di vista fisico. Speriamo che anche il pubblico domani ci dia una mano. È importante lottare tutti insieme, nel 2019 il Torino è la squadra che ha ottenuto più punti in casa".

"Sul periodo negativo: "Il gruppo è sano, mi sono confrontato con tutti i giocatori, ci sono delle regole che vanno rispettate, i ragazzi sanno che l'allenatore è coerente, sono dei professionisti. Se qualcuno vuole più spazio, viene e me lo dice, così a gennaio si troverà una soluzione. Siamo in sovrannumero, forse a causa dell'Europa League. Io sono stato chiaro guardando tutti negli occhi. Chi è scontento me lo deve venire a dire senza minare il gruppo. Questo significa essere uomini. Ma fino ad ora non ho visto situazioni particolari".

"Una questione psicologica: "a volte è anche un discorso di stimoli, bisogna dare la scossa tra il primo ed il secondo tempo ogni tanto. Mi viene in mente la partita con il Milan, oppure al derby che avremmo potuto vincere, il giocatore sente la partita e bisogna sciogliere la tensione prima di entrare in campo. Contro il Napoli, l'ultima che abbiamo giocato in casa, non abbiamo giocato una gran partita, ma alla fine avremmo potuto anche vincere. Bisogna attingere a tutto per tornare ad essere la squadra del girone di ritorno dello scorso campionato. Dobbiamo tornare ad essere umili, ultimamente i giocatori hanno perso la loro dimensione anche a causa delle richieste che hanno avuto sul mercato. Se vogliono rimanere a certi livelli devono essere continui, io prendo come esempio un giocatore come Chiellini, si scorda quello che ha fatto il giorno prima ed ogni giorno ha il fuoco negli occhi ed è un riferimento per tutti i difensori italiani".

"Aspettative maggiori: "gli avversari ti guardano e ti studiano, sanno che puoi essere la squadra della scorsa stagione, quella che ha battuto due volte l'Atalanta e che poteva vincere il derby. I giocatori devono dare il 120% ed alcuni magari non riescono più a darlo, o magari gli avversari si rinforzano. Quest'anno le partite sono più equilibrate, le neo promosse possono togliere punti a tutti, tutto quello che posso fare è far tornare a far girare la squadra al massimo il più velocemente possibile".

Il rapporto con Urbano Cairo: "lui ha sempre fiducia in me e mi stima. Ha capito come ragiono".

"Il ko contro l'Udinese: "ero incavolato nero, ma davanti ai microfoni ho difeso i miei giocatori perchè nell'arco dei 90' si poteva anche pareggiare. Io vorrei vincere tutte le partite 3-0 ma quando vai ad Udine e non sei brillante fisicamente anche un punto può essere ottimo e tornare utile in altri momenti della stagione".

"Meitè come Hamsik: "sono meccanismi sui quali ragiono da tempo, ho fatto questo paragone pensando al Napoli dei miei tempi perchè in quel contesto il lavoro funzionò alla grande. Con un centrocampista di quelle caratteristiche si irrobustisce la mediana in fase di non possesso e si ha più pericolosità in fase offensiva. È il tipo di calcio che mi piace, con due centrocampisti puri ed un terzo che si inserisce. L'altro principio base per me è l'aggressione della palla nella metà campo avversaria, quando stiamo bene fisicamente riesce meglio".

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