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Cairo e Mazzarri sul caso Nkoulou: “Il ragazzo non c’è con la testa, ora deve chiedere scusa a società e compagni”

Le dichiarazioni del presidente e dell'allenatore del Torino in merito al caso Nkoulou

Mario Ruggiero

Scoppia il caso Nkoulou in casa Torino. Ieri, al termine del match vinto contro il Sassuolo per 2-1, sia Walter Mazzarri che Urbano Cairo, allenatore e presidente del sodalizio granata, hanno spiegato alla stampa i motivi dell'assenza del forte difensore centrale sul prato verde del Grande Torino.

LE PAROLE DI MAZZARRI. Il pensiero del tecnico granata: "Dopo il match col Wolverhampton ho mostrato gli errori difensivi ma Nkoulou non ha neanche voluto vedere il video dicendo che non c’era con la testa. Mi ha dato le stesse risposte nei giorni seguenti, quindi anche per rispetto dei compagni non l’ho fatto giocare. Distratto da voci di mercato? Il presidente Cairo ha sempre mantenuto le promesse e mi ha detto che lo teniamo. Se Nkoulou vuole restare? Questo dovete chiederlo a lui, noi abbiamo fatto di tutto per tenerlo”.

LE PAROLE DI CAIRO. Il presidente del Torino si è soffermato sul caso del giorno: "Sicuramente ci sono rimasto molto male nel sapere che Nkoulou non c’era con la testa. Era una partita importante per tutti. La cosa mi ha lasciato di stucco. Non è una cosa logica. Ma lui lo ha detto al mister e poi ai compagni. Ci sono delle cose che non capisco, perché credo che un professionista dovrebbe onorare sempre i suoi impegni e farlo sempre al massimo della voglia. Non capisco. Multa o carezze? No, che carezza, il giocatore deve chiarire sia con la società che soprattutto con i compagni. Già a Bormio avevamo parlato degli obbiettivi raggiungibili dopo lo scorso campionato. E si vedeva che eravamo tutti motivati. Mi lascia stupitissimo che non ci sia con la testa. Prima del mercato ho detto che voglio tenere tutti i giocatori: ci voglio riuscire fino alla fine del mercato. Lui dovrà fare un ragionamento e chiedere scusa ai compagni. In più il 17 agosto, a Forte dei Marmi, dalle 14 alle 18, ho ricevuto il suo procuratore al quale ho detto che gli avrei rifatto il contratto dandogli un aumento, e avrei inserito anche una clausola così che, seppure una squadra lo avesse voluto a tutti i costi, pagandola lo avrebbe portato via. Eravamo rimasti così. Tra l’altro, i nostri giocatori se vengono contattati senza la nostra autorizzazione ci devono pagare 900mila euro di penale. Quindi la Roma non può nemmeno contattarlo senza la nostra volontà".

*virgolettati estrapolati da gazzetta.it

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