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Bologna-Dzemaili ai saluti. “Grazie Blerim, l’anno prossimo nessuno mi prenderà in giro all’asta”

Photo by Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images

Il centrocampista svizzero è pronto per volare alla volta del Canada ed iniziare la sua nuova avventura con i Montreal Impacts. Riviviamo la sua stagione attraverso i numeri.

Redazione

"Meno di un anno. Tanto è durata la storia d'amore tra il Bologna e Blerim Dzemaili. A dir la verità era una storia nata con una data di scadenza: già da settembre, era nota la volontà del presidente Saputo di portare il giocatore oltre oceano alla fine di questa stagione.

"Continua dunque l'avanzata su due fronti cominciata dal presidente italo-canadese: un progetto ambizioso, che coinvolge a 360° le due società. Ad ovest l'opera è già nella sua fase più interessante; gli Impacts possiedono il secondo stadio per capacità contenitiva del Canada, la cui costruzione è stata finanziata con il sostanziale apporto della famiglia Saputo tramite la sua holding di prodotti alimentari, tanto da essere stato rinominato "Saputo Stadium"; costruito su un'ampia area che include anche campi d'allenamento oltre a ristoranti e negozi, seguendo quella proficua filosofia che dovrebbe portare le famiglie a spendere ben più dei canonici novanta minuti all'interno della struttura.

"C'è dunque da credere alle parole del massimo dirigente quando dice di voler investire nella nuova casa del Bologna FC. Tuttavia, se da un lato spira il vento che gonfia le vele delle idee, dei progetti e dei capitali, dall'altra quello stesso vento erode talenti calcistici e qui entrano in gioco i "nostri" Dzemaili, Mancosu, ma non solo, anche una vecchia conoscenza del nostro calcio come Marco Donadel e la meteora del Lecce Ignacio Piatti e prima ancora dell'attuale club manger dei felsinei Di Vaio ed Alessandro Nesta, tutti passati dai campi d'allenamento del Parc Olympique e rimasti sorpresi dalla qualità delle strutture ed affascinanti da un calcio in costante crescita; una crescita diversa da quella cinese, più propensa a coprire d'oro giocatori e tecnici dai nomi altisonanti, ma ancora lontana dal proporre un calcio piacevole.

"A differenza appunto del calcio nordamericano, che preferisce puntare sulla preparazione dei propri tecnici, la maggior parte dei quali formati in casa anche attraverso l'aiuto di mentori provenienti dall'Occidente, oltre che su strutture all'avanguardia. In questo secondo caso, i giocatori provenienti dal Vecchio Continente, hanno la funzione di veicolare il messaggio che il soccer non è più quello di personaggi pittoreschi (ricordate Alexis Lalas?) e nemmeno quello in cui hanno militato tanti anni fa Pelè e Beckembauer, ma uno sport di qualità, capace di intrattenere al pari del baseball, dell'hockey o del football.

"Tutti contenti si diceva; ma siamo proprio sicuri che siano tutti felici? Ad esempio, i tifosi saranno contenti di questo trasferimento fuori stagione per i parametri del calcio nostrano? Comprensibili le ragioni del loro cuore nel non voler dire addio prematuramente ad uno dei loro beniamini (ed alla sua splendida compagna Erjona). Quest'anno Dzemaili si è distinto come una delle poche note liete della stagione: i suoi gol hanno contribuito a portare a casa ben 12 dei 38 punti stagionali. Semplicemente imprescindibile, anche come leader riconosciuto dai compagni.

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