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Torino, Mihajlovic cambia modulo e torna a vincere con il 4-3-3

La svolta tattica ha dato più certezze ai granata. Adesso però tiene banco il caso Niang

Nello Fiorenza

"Un ritorno alle origini. La vittoria salvifica contro il Cagliari è coincisa con un cambiamento tattico in casa Torino: ovvero il ritorno al vecchio 4-3-3, un modulo gradito al patron Cairo e che ha permesso alla squadra di ritrovare il giusto equilibrio in mezzo al campo. Merito della mediana a tre, dei muscoli di Acquah (al posto dello squalificato Rincon) e di Baselli, e dell'efficienza di Valdifiori nella circolazione di palla e come schermo davanti alla difesa. Senza dimenticarsi di Joel Obi, il cui gol ha deciso l'incontro: il centrocampista nigeriano è un altro giocatore ritrovato (nelle ultime 5 presenze 2 gol e 2 assist), se i guai fisici gli daranno tregua sarà un valore aggiunto per l'organico granata.

La cosa più importante, però, è stata ritrovare Belotti al centro dell'attacco. Il Gallo contro i sardi ha retto 90' mandando così un importante messaggio al ct della Nazionale, Ventura. Pure a mezzo servizio l'attaccante è pronto a tornare in carreggiata. Accanto a lui Adem Ljajic e Iago Falque, due insostituibili nel Toro di Miha, due giocatori in grande spolvero. Lo spagnolo è addirittura il capocannoniere della squadra con 4 realizzazioni in campionato. Questo tridente può contribuire benissimo alla ripartenza del Torino.

QUALE FUTURO PER NIANG?

"Con la riproposizione del nuovo modulo però Mihajlovic ha dovuto rinunciare a M'Baye Niang, un giocatore che il tecnico serbo aveva voluto a tutti i costi.

Non è detto che il 4-3-3 sia la veste tattica del futuro ma sicuramente è stato un modulo già promosso dal campo e che ha fruttato 3 punti dopo ben 39 giorni. Una svolta benedetta che tuttavia rischia di influire sulla stagione di Niang. Il senegalese è stato il colpo più oneroso del mercato estivo di Cairo, un affare da 15 milioni d'euro; ecco perché la conferma del 4-3-3 passa anche per il recupero dell'ex Milan. D'altronde Niang a Genova - nella sua stagione migliore - giocava nei tre d'attacco con Perotti e Iago Falque. L'attaccante sarà una carta preziosa in più oltre che uno stimolo ulteriore per gli altri interpreti del tridente.

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