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Fantacalcio e Tattica. Chi sale e chi scende nella Cremonese di Davide Nicola

Redazione Fantamagazine
Ogni settimana, con il prezioso contributo degli esperti (qui per accedere ad altri contenuti interessanti) analizzeremo le squadre di Serie A sia in chiave tattica ma soprattutto fantacalcistica. Oggi è il turno della Cremonese

Ogni settimana, con il prezioso contributo degli esperti (qui per accedere ad altri contenuti interessanti) analizzeremo le squadre di Serie A sia in chiave tattica ma soprattutto fantacalcistica. Oggi è il turno della Cremonese nell'articolo realizzato da Daniele Mulas, conosciuto come Mlsdlp nel forum Gruppo Esperti.

FANTACALCIO E TATTICA. CHI SALE E CHI SCENDE NELLA CREMONESE DI DAVIDE NICOLA

Le prime giornate sono state utili per iniziare a tirare le somme su quella che sarà la stagione della Cremonese: nell’ultimo turno in casa dell’Inter, è infatti arrivata la prima sconfitta stagionale che ha interrotto una imprevedibile serie positiva di 5 giornate, durante le quali sono stati raccolti 9 punti, frutto di 2 vittorie - arrivate nelle prime giornate contro Milan e Sassuolo - e 3 pareggi, raccolti nelle trasferte di Verona e Como e nella gara casalinga con il Parma.

Nonostante un avvio notevole in termini di risultati, occorre guardare oltre questi dati e ridimensionare in maniera secca le aspettative sulla squadra. Basta infatti una semplice lettura di alcuni dati per rendersi conto che la stagione della Cremonese sarà tutt’altro che una passeggiata. I dati infatti restituiscono i segni di una overperformance importante: la squadra è ultima per expected goals - 5,42 al pari del Lecce, che contrastano con i 7 gol sin qui raccolti -, seconda per expected goals against - le statistiche dicono che avrebbe dovuto subire 12,30 reti, contro le 8 effettivamente subite - e infine ultima anche per expected points - con un dato di 4,46, in netto contrasto con i 9 punti raccolti finora.

Questi dati, comunque, non stupiscono più di tanto. La Cremonese non si è affacciata alla serie A con il favore dei pronostici e per questo - in controtendenza netta con la stagione 2022-23, l’ultima in massima serie - ha deciso di affidarsi ad un tecnico esperto come Davide Nicola, specialista di salvezze, e a una squadra costruita con elementi, sia giovani sia veterani, che conoscono la categoria e sanno come ci si salva. La squadra quindi sembra costruita per dare battaglia e la speranza è che il tecnico piemontese si renda protagonista dell’ennesima stagione sorprendente della sua carriera.

Davide Nicola dal 2016/17 ha infatti sempre militato in Serie A, anche se spesso da subentrante, allenando compagini medio-piccole di mezza Italia e specializzandosi in salvezze - talvolta miracolose. In questo lasso di tempo ha collezionato complessivamente 210 panchine, con una media punti di 1,05 a partita: un dato che - se confermato - porterebbe probabilmente a una salvezza, dato che solo raramente negli ultimi anni la quota utile per la permanenza in A ha superato i 35 punti. La media dei gol fatti e subiti dalle sue squadre è rispettivamente di 1,05 e 1,54. Se confermati, questi dati farebbero pensare a una stagione con un range di 35-40 gol realizzati e 55-60 subiti.

Analisi Tattica

Nicola, pur prediligendo la difesa a 3, non è un integralista tattico e ha dimostrato di saper variare più sistemi anche a gara in corso e in funzione degli elementi a disposizione. In questo avvio di stagione è sembrato intenzionato a schierarsi con un 352 che sarà però molto fluido e tale solo in fase di non possesso, mentre in fase offensiva tenderà ad adottare costruzioni e posizionamenti di vario tipo, in funzione di situazioni specifiche e avversari.

Il marchio di fabbrica del suo calcio sono le verticalizzazioni e le catene esterne, con una costruzione che parte dal basso con il palleggio dei difensori centrali e del mediano, che sono chiamati a repentini cambi di gioco e a lanci rivolti verso le fasce, dove si cerca la superiorità numerica grazie alle sovrapposizioni dei braccetti o delle mezzali, o alle spalle della difesa avversaria, facendo affidamento spesso su centravanti fisici e capaci di fare reparto da soli e spizzare per gli inserimenti dalla trequarti o dalle fasce.

Un’altra caratteristica del suo calcio, interessante in ottica Fantacalcio, è la concentrazione dei bonus sui giocatori offensivi e in seconda battuta sugli esterni, a discapito dei centrocampisti che spesso sono più votati alla rottura che all’inserimento e al bonus.

La fase difensiva, in genere, si affida a un primo pressing portato da pochi giocatori e a una linea composta da difesa e centrocampo molto corta e stretta, votata a limitare gli spazi delle manovre offensive avversarie. Spesso tacciato di essere un “difensivista” in realtà le sue squadre tendono a subire una media di gol non proprio lusinghiera, pertanto i giocatori su cui puntare in ottica fantacalcistica sono spesso gli esterni (soprattutto se listati Difensori) e i giocatori offensivi che tendenzialmente performano abbastanza bene.

Il suo modulo varia spesso anche all’interno della stessa gara e a seconda della fase offensiva o difensiva, spesso grazie alla presenza di un centrale di difesa capace di agire anche da terzino e che permette facilmente un passaggio dalla difesa a 3 a quella a 4. Questo atteggiamento si è rivisto anche in queste prime uscite stagionali e si può dire che l'impostazione tattica su cui sta lavorando è ben distinta tra le due fasi:

FASE DIFENSIVA

POR

DCD DC DCS

ED CCD CC CCS ES

AD AS

In questa fase le linee di difesa e centrocampo sono molto strette e i movimenti sono di squadra, spesso con i due esterni che scendono sulla linea dei difensori centrali per creare una linea più folta a protezione dell'area.

Il pressing è portato primariamente dai due attaccanti, talvolta con il supporto di una delle mezze ali, soprattutto quando l'avversario costruisce dal basso con 3 elementi.

FASE OFFENSIVA

(utilizziamo i ruoli della Fase Difensiva per evidenziare quali sono i movimenti dei giocatori)

POR

DCD DC DCS ES

ED CCD CC CCS

AD

AS

In fase offensiva si vedono diversi movimenti che portano spesso a una disposizione in campo di questo tipo. Il centrale di destra scala in posizione di terzino e accompagna l'azione cercando di sovrapporsi all'esterno destro. Sulla fascia opposta è il centrocampista centrale di sinistra ad allargarsi per giocare a piede invertito e a fare movimento per liberare la sovrapposizione dell'esterno sinistro che può così raggiungere il fondo e liberare il cross.

L’attaccante di destra varia i suoi compiti a seconda degli interpreti. Quando in quella posizione gioca Vazquez, ad esempio, interpreta il ruolo da trequartista classico, giocando anche spalle alla porta, venendo incontro per ricevere palla dai centrocampisti e cercando soluzioni offensive sulla trequarti. Si è assistito però ad altre situazioni in cui i due attaccanti hanno giocato più spesso in linea e cercando diverse combinazioni negli spazi stretti.

Il centrocampista centrale, in genere, partecipa alla manovra di costruzione dal basso insieme al difensore centrale e al centrale di sinistra, mentre il centrocampista centrale destro staziona più sulla linea mediana, cercando di accompagnare l'azione offensiva. Il gioco si sviluppa comunque primariamente sulle catene laterali, sulle quali si cerca di creare la superiorità numerica grazie alle combinazioni descritte in precedenza. Per quanto spesso la manovra parta dai due difensori centrali e dal centrocampista centrale, questa costruzione dal basso è primariamente portata ad attirare il pressing e “stanare” la squadra avversaria in modo da liberare spazio per delle verticalizzazioni immediate e volte a scavalcare il centrocampo.

Un sistema in evoluzione

Accanto a questa situazione “base”, tuttavia, Nicola sta affiancando differenti sperimentazioni, come ad esempio il sorprendente modulo messo in campo a San Siro contro l’Inter, una sorta di 3412 con tre difensori centrali bloccati, una linea di centrocampo solida e il trequartista schierato alle spalle di due punte molto mobili.

Un’altra caratteristica rilevante di queste prime giornate è stata l’imprevedibilità delle scelte dell’allenatore al momento della definizione dell’11 titolare. In tal senso si può chiamare in causa la formazione schierata a Como, occasione in cui Nicola ha lasciato in panchina tutti i giocatori tecnici per giocare interamente in ripartenza. Questo delle “soluzioni impreviste” sembra essere un po' l'andazzo delle ultime uscite, con il mister che cerca forse in qualche modo di sparigliare le carte proponendo delle formazioni imprevedibili.

Al di là di questa suggestione però, non si può non interpretare queste scelte anche come un segnale del fatto che, a dispetto di alcune certezze acquisite, c’è ancora tanto da lavorare e con grande onestà Nicola lo ammette ad ogni occasione. Bisogna inoltre evidenziare che la fortuna non è stata dalla sua: dopo appena 6 giornate disputate ci sono già stati 9 giocatori vittime di infortuni o problematiche fisiche. A questo va necessariamente sommata, inoltre, l'esclusione dalle liste per la Serie A consegnate il 1 settembre di altri 4 giocatori - Sernicola, Valoti, Okereke e De Luca - che avevano fatto tutta la preparazione con la squadra e preso parte alle prime giornate di campionato. Di certo non una situazione ideale per un allenatore alla ricerca dell’amalgama migliore per una rosa ampiamente rivoluzionata dal mercato, con ben 13 nuovi arrivi.

Stile di gioco

Ciò che appare evidente finora è che questa squadra riesce a dare il meglio di sé quando si tratta di costruire un blocco difensivo solido, compatto e sfruttare le ripartenze. Non a caso, due delle prove migliori in stagione sono arrivate quando la Cremonese ha affrontato squadre aggressive e - sulla carta - favorite: Milan e Como. In entrambe queste situazioni la squadra ha dimostrato di saper soffrire, di lottare su ogni pallone e di saper ribaltare il fronte con cattiveria e determinazione, cercando di capitalizzare al meglio le poche situazioni costruite grazie al recupero palla. Ne è un esempio il meraviglioso gol-vittoria di Bonazzoli contro il Milan, che nasce da un importante recupero di Baschirotto.

Viceversa, quando si tratta di affrontare squadre più attendiste è evidente come la squadra vada in difficoltà. La partita contro l’Hellas Verona, probabilmente la peggiore vista finora, nonostante il risultato finale di 0-0, ha evidenziato tutti i limiti tecnici di una squadra che è stata completamente annichilita dal pressing degli avversari, che concedevano il palleggio basso per poi aggredire con altissima intensità, annullando di fatto tutta la manovra grigiorossa e rendendosi costantemente pericolosi. Solo una prova maiuscola di Audero ha salvato la situazione.

Giocatori chiave

Come spiegato in precedenza, la costruzione della squadra è ancora in atto e questo rende maggiormente complesso identificare un “11 ideale”. Anzi, è probabile che Nicola continuerà a mischiare le carte con regolarità, affidandosi a delle decisioni talvolta imprevedibili, utili sia a destabilizzare l’avversario che a tenere sempre al massimo l’impegno e l’abnegazione dei suoi giocatori.

Detto ciò, qualche certezza è stata comunque acquisita e sembra riguardare soprattutto il blocco difensivo, a partire proprio dalla porta dove Emil Audero si è preso subito sulle spalle la squadra con autorevolezza, ritornando sugli alti livello di qualche anno fa e dimostrandosi subito decisivo. Nel blocco difensivo si possono identificare altre due sicurezze: Filippo Terracciano, terzino classe 2003 voluto fortemente da Nicola e subito re-inventato braccetto di difesa, fondamentale grazie alle sue caratteristiche per il passaggio alla difesa a 4, e soprattutto Federico Baschirotto, che dopo aver svolto parte della trafila delle giovanili in grigiorosso, è tornato alla base dopo 3 anni altalenanti di serie A con la maglia del Lecce. A lui Nicola ha affidato le chiavi della difesa ed è stato ripagato da prestazioni grintose, oltre che già da due gol fondamentali. Unico sempre presente insieme a Baschirotto è stato Giuseppe Pezzella, esterno sinistro impiegato fin qui con grande continuità, importante per la sua capacità di interpretare bene sia la fase difensiva che quella offensiva, anche se spesso troppo impreciso quando si tratta di concludere in porta o cercare un cross decisivo.

Le certezze si può dire che finiscano qua. In difesa, il blocco composto da Terracciano a destra e Baschirotto al centro è stato completato finora dal capitano Matteo Bianchetti, che nelle sue precedenti esperienze in massima categoria non aveva dimostrato particolare affidabilità e costanza ma che in questo avvio di stagione ha fatto ricredere gli scettici dimostrandosi abbastanza affidabile (al netto dello scivolone collettivo contro l’Inter) e conservando quel posto che sulla carta dovrebbe essere conteso principalmente da un giocatore molto più giovane, Mikayil Faye, centrale sengalese del 2004, considerato una grande promessa che a Cremona avrà la chance di ritagliarsi uno spazio importante come braccetto di sinistra nella difesa a 3 di Nicola, essendo l'unico mancino a disposizione. Il tecnico ha faticato a lanciarlo in campo ma il suo debutto in occasione dell’ultima giornata disputata lascia ben sperare. Dopo un fisiologico periodo di adattamento è lecito pensare che vedrà spesso il campo.

Sugli esterni, se a sinistra il posto di Pezzella non sembra essere in discussione, viceversa sul versante opposto sono ben 3 interpreti a contendersi una maglia: Alessio Zerbin, Romano Floriani Mussolini e Tommaso Barbieri. Il primo è partito sicuramente avanti nelle gerarchie rispetto agli altri due, complice una maggiore esperienza in massima serie, oltre al fatto che Barbieri è stato fermato da un infortunio sul finire del precampionato, ma le ultime uscite hanno dimostrato che queste gerarchie sono tutt’altro che solide. Zerbin ha pagato delle prestazioni anonime e poco convincenti e Floriani si è fatto trovare pronto e ha strappato la sua prima maglia da titolare in occasione della gara con l'Inter. Barbieri, fermato, come detto, da un infortunio ha riassaggiato il campo nella medesima occasione, subentrando proprio a Floriani La situazione appare difficile da dipanare perché, se da un lato difficilmente un giocatore come Zerbin verrà messo da parte del tutto, va comunque valutato il rendimento sin qui superiore di Floriani e il fatto che Barbieri, prospetto importante, classe 2002 e reduce da due stagioni di assoluto livello in serie B, è di proprietà, a differenza degli altri due. Anche in chiave fantacalcio la situazione appare complessa perché inevitabilmente i giocatori si leveranno spazio a vicenda. E se Barbieri e Floriani, essendo listati difensori, ma giocando in una posizione comunque abbastanza avanzata, possono rimanere delle scommesse interessanti, inevitabilmente è l’appeal di Zerbin a calare maggiormente in virtù di questa situazione.

A centrocampo, un punto di riferimento poteva essere indubbiamente Michele Collocolo, ma l’infortunio patito nella gara contro il Parma, che lo terrà lontano dai campi almeno fino a gennaio, lo esclude di fatto dai giochi. Restano quindi tre interpreti a giocarsi le due maglie di mediano e di mezzala destra. Come mediano si sono finora alternati Alberto Grassi e Warren Bondo, due profili per certi versi simili, anche se Grassi appare più pulito e sicuro nel possesso palla, mentre Bondo ha dalla sua una fisicità e un dinamismo superiori. Il francese può essere impiegato anche in posizione di mezzala e il posto, al momento, se lo gioca principalmente con Martin Payero, altro giocatore importante perché capace di grande corsa e carattere, ma anche abbastanza dotato tecnicamente. L’importanza di questi giocatori è tanto elevata a livello calcistico quando bassa se si passa alle dinamiche di fantacalcio: sono poco avvezzi al bonus e per quanto non siano portatori di tanti cartellini non sono utili se non come elementi di completamento in leghe poco numerose.

Il ruolo di mezzala sinistra sarà principalmente appannaggio di Jari Vandeputte. Il belga, autentica macchina da assist (ne ha portati 69 negli ultimi 4 anni tra Serie C e B), dovrebbe rappresentare la principale fonte di gioco della squadra: il centrocampista che cerca palla, fa partire l’azione e sfrutta la sua capacità di trovare spazio sull’esterno per facilitare gli inserimenti e le giocate dei giocatori più offensivi. Questi elementi si sono visti solo a tratti e già si parla di una sua scarsa convivenza con il sistema di gioco di Nicola, nel quale storicamente non hanno mai brillato le mezzali di qualità. Non si può negare che dal suo rendimento finora ci si poteva aspettare qualcosa di più. Va però dato atto che il giocatore è al suo esordio in Serie A dopo vari anni di trafila nelle serie minori, perciò in ottica fantacalcistica è un giocatore che può essere aspettato, trattandosi anche del principale incaricato alla battuta dei piazzati, che finora si sono dimostrati una risorsa importante per la squadra. Per garantire un ricambio di livello, comunque, la Cremonese ha prelevato in prestito il giovane fantasista di origine ecuadoriane Jeremy Sarmiento. Considerato in passato una grande promessa, ma frenato anche da qualche problema fisico di troppo, la sua rapidità ed esplosività lo rendono perfetto come arma da utilizzare principalmente a gara in corso per sfruttare le sue capacità negli spazi. Ha disputato finora poco più di 30’, ma sicuramente avrà il suo spazio nel corso della stagione.

L’attacco, infine, rappresenta il reparto con maggiori incognite. Nel ruolo di seconda punta, finora, si sono distribuiti i minuti Franco Vazquez e Federico Bonazzoli, che sono sicuramente tra le note positive di questo inizio di stagione. Vazquez è probabilmente oggi il giocatore più interessante in ottica fantacalcistica, soprattutto per chi utilizza le redazioni che lo hanno listato Centrocampista, data la sua posizione avanzata, l’elevato tasso tecnico e la possibilità che possa incaricarsi dei rigori, anche se si contenderà il ruolo di primo rigorista con l’altro “vecchietto” Vardy. Bonazzoli invece è passato un po’ inosservato ma chi ricorda le prestazioni che seppe sfoderare a Salerno sotto la guida proprio di Davide Nicola non può non aver segnato il suo nome in rosso al momento dell’asta. Il ragazzo sta stupendo positivamente ritagliandosi spazi importanti. Nessuno dei due può essere considerato un titolare fisso e Nicola li sta gestendo con cura. Entrambi tuttavia stanno avendo un buon rendimento e sembrano poter beneficiare di questa staffetta.

Ancora più complessa appare la situazione per il ruolo di prima punta, che dovrebbe essere primariamente appannaggio del grande colpo dell’estate grigiorossa: Jaime Vardy. L’ex capitano del Leicester - anche a quasi 39 anni - ha rappresentato un colpo importantissimo per il tasso di esperienza ed entusiasmo che ha saputo regalare alla piazza lombarda. Risulta tuttavia necessario spegnere i troppo facili entusiasmi su di lui almeno in ottica fantacalcistica. Il giocatore infatti ha saltato completamente la preparazione e ha dimostrato di essere in ritardo di condizione, motivo per cui il suo impiego è stato centellinato finora. A questo va aggiunta la ovvia incognita dell’età, ma anche quella derivante dal fatto di lasciare la comfort zone di un club di cui in 13 anni è diventato capitano e simbolo per lanciarsi in un’avventura completamente nuova. Al tempo stesso, però, le doti del giocatore non possono essere messe in discussione e il valore che porterà allo spogliatoio con la sua esperienza neppure. Risulta pertanto difficile prevedere quale potrà essere il suo rendimento, è a tutti gli effetti una possibile sorpresa, ma è lecito pensare che saprà portare gol importanti alla causa.

Altro colpo importante dell’estate è stato Antonio Sanabria, attaccante paraguaiano acquistato a titolo definitivo e altra vecchia conoscenza del mister. Il giocatore è arrivato con buone credenziali e si poteva pensare che la sua tecnica e rapidità avrebbero potuto da subito rivelarsi un fattore importante per una squadra di medio-bassa classifica. Tuttavia, non si può negare che le prime uscite siano state deludenti: poco movimento, pochissima cattiveria e un’apparenza di scarso impegno che si riflette inevitabilmente anche sulle prestazioni in campo. Nicola, comunque, sembra voler continuare a dargli fiducia ma appare evidente che se non alzerà il livello delle sue giocate rischierà di scendere ulteriormente nelle gerarchie. Completano il reparto altri due elementi, Faris Moumbagna, centravanti camerunense dotato di una grande struttura fisica, ma anche di mobilità e di una buona tecnica, che è però reduce da un grave infortunio e costituisce a tutti gli effetti una scommessa, dettata in primis dall'incognita sul suo stato fisico, ma anche dal fatto che comunque non ha ancora dimostrato granché in campionati di prima fascia, e Dennis Johnsen, ala norvegese che è stata tra i protagonisti della scorsa promozione dalla Serie B. Su di lui versano soprattutto dubbi di natura tattica, dato che non sembra avere una collocazione nel 352 di Nicola, ma il tecnico gli ha voluto dare fiducia nelle ultime due gare, schierandolo tiolare nella coppia d’attacco, venendo ripagato da prestazioni di carattere e impegno, ma viziate ancora da qualche imprecisione di troppo al momento della giocata decisiva. Il suo status è comunque in netto miglioramento rispetto alle aspettative di inizio stagione e sembra avere chance di ritagliarsi un ruolo importante in squadra.

Chi sale e chi scende?

Rispetto alle aspettative di inizio stagione pertanto si può senz’altro dire questo:

Chi sale:

Audero, Terracciano, Pezzella, Bianchetti, Floriani Mussolini, Bondo, Bonazzoli, Johnsen

Chi scende:

Collcolo (causa infortunio), Zerbin, Sanabria

Giudizio sospeso:

Faye, Barbieri, Vandeputte, Sarmiento, Vardy

Calci piazzati

Una piccola nota a margine meritano i calci piazzati. La squadra si sta dimostrando molto pericolosa nelle situazioni da fermo e già diversi gol sono scaturiti da situazione di calcio d’angolo, diretto o indiretto.

Questo va considerato in ottica fantacalcio, sia giudicando la pericolosità di alcuni giocatori abili nel gioco aereo - in primis i centrali di difesa - ma anche dei tiratori da fermo. I principali, in tal senso, sono sicuramente Vandeputte, Vazquez e Johnsen.

Conclusioni

Dopo sei giornate, la Cremonese ha mostrato di poter competere a viso aperto contro chiunque, ma anche di vivere su un equilibrio sottile tra rendimento e overperformance. La sensazione complessiva è quella di una squadra ancora in piena fase di costruzione. La compagine di Nicola ha mostrato ordine, spirito di adattamento e una chiara identità difensiva, ma anche limiti strutturali che ne rendono altalenante la produzione offensiva. Le prime giornate hanno evidenziato un rendimento superiore a quanto espresso dai dati, segnale di un equilibrio ancora fragile che dovrà consolidarsi nel tempo.

L’impronta del tecnico è già visibile: organizzazione, intensità e compattezza restano le fondamenta di un progetto che punta più sulla concretezza che sulla brillantezza estetica. Tuttavia, l’ampia rotazione di uomini e le continue sperimentazioni tattiche indicano che la squadra non ha ancora trovato il proprio assetto definitivo. Servirà tempo perché automatismi e gerarchie si stabilizzino e per comprendere quale potrà essere il reale potenziale del gruppo.

In chiave fantacalcistica, questo significa che la Cremonese resta una squadra da leggere con attenzione, in cui l’andamento collettivo peserà più delle singole individualità. È un contesto che può riservare sorprese, ma nel quale la continuità resta tutta da costruire. L’impressione è che, con il passare delle giornate, la squadra possa guadagnare solidità e rendere più prevedibile anche il contributo dei suoi interpreti, offrendo così margini di crescita sia sul piano tecnico che, indirettamente, su quello dei rendimenti fantacalcistici.

In sintesi, il lavoro è appena cominciato: la Cremonese si sta ancora cercando, ma ha già mostrato di possedere le basi caratteriali e tattiche per restare competitiva. La sfida sarà trasformare l’attuale equilibrio precario in una struttura solida e costante, un processo che, se riuscito, potrà restituire valore e affidabilità anche alle scelte fantacalcistiche.