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Turnover: quando è troppo è troppo

Una vita in ballottaggio, quando il turnover nuoce alla salute

Nicolò Premoli

 Lo sguardo di chi vede titolare chi fino a qualche secondo prima era in tribuna[/caption] Non bastano antistaminici o spray miracolosi per riprendere le forze però: . Può capitare di trovarsi all’ultima giornata di campionato con formazioni incredibili quanto assurde: un Primavera in porta, uno in attacco e qualche panchinaro fisso – schivato come il medianaccio dal giallo fisso in sede d’asta iniziale e pure in quella di riparazione – con una bella fascia da capitano.   [caption id="attachment_9024" align="aligncenter" width="520"] No, lui non gioca nemmeno con il turnover[/caption] C’è però anche chi ha fatto del turnover un mantra. Da seguire e rispettare per fare impazzire non solo i fantallenatori ma anche gli stessi giocatori in campo. Vorrei soltanto per un attimo mettermi nei panni di un giocatore della Fiorentina, tentare anche solo per un istante di capire il suo stato d’animo nel momento della decisione di Montella sulla formazione. . Oggi no, soprattutto se indossano la casacca gigliata.   [caption id="attachment_9025" align="aligncenter" width="640"] Montella, discepolo del turnover ad minchiam

«Oh ciao! Ma allora chi gioca in attacco della Fiore?» «Aspetta che guardo…allora: ci sono Ilicic, Gilardino e Bernardeschi» «BERNARDESCHI?» «Sì, perché?» «(qui dovrebbe esserci una serie di parole poco gentili, di termini che solo chi fa fantacalcio può partorire. Mentre scrivo questo pezzo però Montella ha ricevuto il ben servito dalla Fiorentina. Perchè chi di turnover ferisce, di turnover perisce)»

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