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Festa del papà: Il Fantacalcio di padre in figlio!

19 Marzo: oltre la tradizione, con amore e passione

Redazione

Tramandare le tradizioni è come affidare a chi ci seguirà un'eredità, un tesoro di usanze che fanno la storia. Tramandiamo di padre in figlio elementi e momenti della nostra vita che ci appartengono, che fanno parte della nostra routine o dei giorni migliori durante un anno, ma non possiamo certo trasmettere le sensazioni o le passioni che ci legano intimamente a quegli istanti.

Sono certo che quel giorno di Ottobre del 1985 mio padre non voleva trasmettermi la passione per il calcio, tanto meno per la Roma, credo volesse solo stupirmi, e ci riuscì decisamente. Uno stadio pieno di gente è sempre qualcosa di stupefacente, che ti colpisce per clamore ed ampiezza. Certo, l'Olimpico allora non era un gran che, e per quel che ricordo neanche la Roma, ma l'esordio fu bagnato da una vittoria di misura, e fu grande festa!

Beh, quel momento mio padre non mi impose una passione, tanto meno una tradizione: mi regalò l'idea di famiglia, di condividere con lui (e poi anche con mia madre e mia sorella) momenti di gioia ed unione. Recepisco meglio questo messaggio oggi che sono padre e sicuramente più maturo, ma la verità è che io non ne volevo sentir parlare di calcio e mio padre era preoccupatissimo.

Poi la metamorfosi: prima il calcetto, poi il calcio a 11. 30 anni e più di calcio e... calci, di passione, di amore e per il calcio giocato e per quello reale: peccato che la mia squadra non ha ripagato la mia passione con altrettante vittorie! L'obiettivo, neanche tanto dichiarato ed esasperato, di tramandare la "tradizione" di una famiglia giallorossa era stato raggiunto, ma la passione per questo gioco superò limiti inverosimili, "impaurendo" anche i pensieri di una mamma sempre preoccupata per il figlio calciatore e tifoso.

E poi è arrivato il fantacalcio, in quella calda estate del 1995, seduti sui nostri scooter 50 di fronte alla Chiesa, spensierati e pieni di vita. Mai avremo pensato che ad oggi saremmo rimasti ancora li a parlare sempre di quello 0.25 che non ti basta per fare 72 e portare a casa i 3 punti, o di come la Gazza possa mettere 5 a Dica ed il Corriere gli dia 7. Dal lunedì alla domenica, 24 ore su 24, siamo sempre li, delittuosamente schiavi di un gruppo di whatsapp che ad ogni +3 esplode, condividendo sempre più una vera e propria "malattia".

E mio padre? Mio padre invece non si è aggiornato, non ha mai voluto partecipare alla nostra lega, tanto meno a questo gioco, pur capendone perfettamente meccanismi e dinamiche. Ma la tradizione e la passione è stata tramandata, è stata trasmessa sino alla corteccia del cervello. Ogni domenica, oltre la commento della classica partita della nostra squadra, riporta tempestivamente il tabellino, ed è certo: "T'è andata bene eh?!?! Han segnato Higuain, Bacca e Benassi". L'ho convertito, è un appassionato di fantacalcio e mi rimprovera sempre: "A questo gioco non servono i nomi, servono i giocatori che si danno da fare".

Siamo innamorati dello stesso gioco e l'uno dell'altro. Il circolo si è chiuso, ma questa volta la "tradizione" ha risalito il fiume, invertendo la marcia della storia: da figlio a padre. E' un modo, un altro ancora, di stare insieme e condividere la nostra vita, oltre al classico convivio che unisce tutte le famiglie. Fantallenatori d'Italia, voi che siete papà, avete in mano un tesoro, un'eredità da trasmettere con passione ed amore ai vostri figli.

Io sono qui, cerco di vincere il mio fantacampionato mentre guardo Frozen e la Principessa Sofia, anche se mia figlia non ha ben capito perché urlo quando segna il Napoli anche se le ho insegnato a dire "ROMA ROMA ROMA"... e chissà che mia moglie, ed il prossimo autunno non mi regalino un futuro fantallenatore.

Auguri papà... auguri a tutti voi!