senza categoria

Elogio della Provincia

Perché nel calcio non contano solo i soldi

Nicolò Premoli

 Fango, sudore e pioggia: il calcio inglese è anche questo[/caption] Quello che successe a Leeds a metà degli anni '70 è stato dipinto nel film "Il Maledetto United", con colori crudi e tinte nostalgiche su un modo di fare calcio che non c'è più. In quegli anni, all'ombra di Revie, un altro allenatore cercava disperatamente di uscire allo scoperto, di ricevere la sua parte da protagonista: stiamo parlando di Brian Clough. La sfida fra i due fu un alternarsi di indifferenza, accuse reciproche e accese polemiche: c'era una rivalità sottile, un desiderio di rivalsa da parte di Clough nei confronti del più navigato Revie che sì vinse, ma proponendo un gioco dove il fairplay era soltanto una parola sbiadita incisa su un lurido muro di mattoni in periferia. Clough allenava il Derby County, una squadra delle Midlands inglesi che nel 2008 registrò il peggiore risultato nella storia della Premier  ma che seppe far sognare il proprio pubblico a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Il manager inglese seppe azzeccare gli acquisti giusti alternando l'esperienza alla freschezza e alla frenesia dei giovani: al terzo tentativo in First Division (di Premier non si parlava ancora) arrivò lo scudetto e una città di 200.000 abitanti, immersa nel cuore dell'Inghilterra, conobbe gli onori della cronaca dopo una cavalcata magistrale. Clough provò a seguire le orme di Revie approdando in un Leeds che, come un amante fedele, viveva ancora sul ricordo del vecchio allenatore e rese la vita impossibile al giovane venuto dalla provincia. Brian Clough tuttavia seppe rifarsi, vincendo pure una Champions, in un'altra squadra il cui nome dice tanto: il Nottingham Forest. Ma questa è un'altra storia...   [caption id="attachment_7957" align="aligncenter" width="468"] Clough con la Champions conquistata nel 1980[/caption]  Facciamo ora un salto sul continente, in lidi decisamente più miti e meno piovosi: sbarchiamo in Spagna. Qui il binomio Barcellona-Real rende la vita di altre squadre decisamente più difficile, trasforma la possibilità di sognare in un esercizio di follia ma, come dicono i più anziani, "nel calcio tutto può succedere" e la Spagna in questo non fa eccezione alcuna. Facciamo un piccolo passo indietro nel 2009: il Real (tra gli altri) può contare su giocatori del calibro di Raul, Van Nistelrooy e Cristiano Ronaldo; una squadra costruita per vincere, e farlo sempre. Siamo ai 32esimi di finale della Coppa del Re, un appuntamento fastidioso per chi punta a campionato e Champions, un'incombenza sgradita per le squadre più blasonate. Il Real pesca una squadra madrilena di Segunda Division (la nostra serie C per farla breve) che non ha né grandi campioni né la Champions da giocare: l'Alcorcon. Per dirne una, lo stipendio annuale medio dei giocatori dell'Alcorcon è pari a quanto Cristiano Ronaldo guadagna in un solo giorno. Provate ad immaginare di essere un giocatore di questa piccola squadretta e ricevere la notizia del sorteggio: per prima cosa sentireste una fitta allo stomaco poi però arriverebbe il desiderio di rendere difficile la vita ai cugini più blasonati, non dico di vincere ma almeno di lottare su ogni pallone. Il 27 Ottobre si consumò un'impresa memorabile, roba da raccontare ai nipoti: l'Alcorcon sconfisse il Real e non con un goal di scarto allo scadere ma con un secco 4-0 che fece il giro del mondo. La provincia povera sconfisse la metropoli ricca, Davide centrò in pieno Golia. Pellegrini, allenatore del Real, accelerò il suo licenziamento mentre il mondo intero si fece beffa dei galacticos.    Uno dei tanti titoli usciti all'indomani della sconfitta del Real

Fango, sudore e pioggia: il calcio inglese è anche questo[/caption] Quello che successe a Leeds a metà degli anni '70 è stato dipinto nel film "Il Maledetto United", con colori crudi e tinte nostalgiche su un modo di fare calcio che non c'è più. In quegli anni, all'ombra di Revie, un altro allenatore cercava disperatamente di uscire allo scoperto, di ricevere la sua parte da protagonista: stiamo parlando di Brian Clough. La sfida fra i due fu un alternarsi di indifferenza, accuse reciproche e accese polemiche: c'era una rivalità sottile, un desiderio di rivalsa da parte di Clough nei confronti del più navigato Revie che sì vinse, ma proponendo un gioco dove il fairplay era soltanto una parola sbiadita incisa su un lurido muro di mattoni in periferia. Clough allenava il Derby County, una squadra delle Midlands inglesi che nel 2008 registrò il peggiore risultato nella storia della Premier  ma che seppe far sognare il proprio pubblico a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Il manager inglese seppe azzeccare gli acquisti giusti alternando l'esperienza alla freschezza e alla frenesia dei giovani: al terzo tentativo in First Division (di Premier non si parlava ancora) arrivò lo scudetto e una città di 200.000 abitanti, immersa nel cuore dell'Inghilterra, conobbe gli onori della cronaca dopo una cavalcata magistrale. Clough provò a seguire le orme di Revie approdando in un Leeds che, come un amante fedele, viveva ancora sul ricordo del vecchio allenatore e rese la vita impossibile al giovane venuto dalla provincia. Brian Clough tuttavia seppe rifarsi, vincendo pure una Champions, in un'altra squadra il cui nome dice tanto: il Nottingham Forest. Ma questa è un'altra storia... [caption id="attachment_7957" align="aligncenter" width="468"] Clough con la Champions conquistata nel 1980[/caption] Facciamo ora un salto sul continente, in lidi decisamente più miti e meno piovosi: sbarchiamo in Spagna. Qui il binomio Barcellona-Real rende la vita di altre squadre decisamente più difficile, trasforma la possibilità di sognare in un esercizio di follia ma, come dicono i più anziani, "nel calcio tutto può succedere" e la Spagna in questo non fa eccezione alcuna. Facciamo un piccolo passo indietro nel 2009: il Real (tra gli altri) può contare su giocatori del calibro di Raul, Van Nistelrooy e Cristiano Ronaldo; una squadra costruita per vincere, e farlo sempre. Siamo ai 32esimi di finale della Coppa del Re, un appuntamento fastidioso per chi punta a campionato e Champions, un'incombenza sgradita per le squadre più blasonate. Il Real pesca una squadra madrilena di Segunda Division (la nostra serie C per farla breve) che non ha né grandi campioni né la Champions da giocare: l'Alcorcon. Per dirne una, lo stipendio annuale medio dei giocatori dell'Alcorcon è pari a quanto Cristiano Ronaldo guadagna in un solo giorno. Provate ad immaginare di essere un giocatore di questa piccola squadretta e ricevere la notizia del sorteggio: per prima cosa sentireste una fitta allo stomaco poi però arriverebbe il desiderio di rendere difficile la vita ai cugini più blasonati, non dico di vincere ma almeno di lottare su ogni pallone. Il 27 Ottobre si consumò un'impresa memorabile, roba da raccontare ai nipoti: l'Alcorcon sconfisse il Real e non con un goal di scarto allo scadere ma con un secco 4-0 che fece il giro del mondo. La provincia povera sconfisse la metropoli ricca, Davide centrò in pieno Golia. Pellegrini, allenatore del Real, accelerò il suo licenziamento mentre il mondo intero si fece beffa dei galacticos. Uno dei tanti titoli usciti all'indomani della sconfitta del Real

Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget. (Johan Cruijff)

tutte le notizie di