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Serie A, dubbi sul protocollo per tante squadre: ripresa a rischio?

Il CTS e il suo protocollo non convincono alcuni club.

Massimo Angelucci

"Quando tutto sembrava filare liscio per la probabile ripartenza della Serie A, ecco arrivare la brusca frenata che rischia di mettere a repentaglio tutti gli sforzi fatti finora dalla Figc. Da diverse piazze infatti, filtra un forte malcontento riguardo al protocollo di sicurezza approvato dal Comitato Tecnico Scientifico, il quale prevede che al primo giocatore positivo al Coronavirus l'intera squadra coinvolta dovrebbe osservare un periodo di quarantena di 14 giorni, mettendo così a serio rischio la conclusione della propria stagione.

"Questo protocollo ha provocato molti pruriti in seno a diverse società, a tal punto che potrebbe slittare l'inizio degli allenamenti collettivi in programma da lunedì 18 maggio. Le squadre attualmente sul piede di guerra sono: Inter, Napoli, Cagliari, Verona, Brescia, Atalanta, Sampdoria, Sampdoria, Genoa e Milan. L'elenco però potrebbe irrobustirsi nelle prossime ore.

PROTOCOLLO LACUNOSO

"Secondo i club sopra citati, ci sarebbero molti punti oscuri che impedirebbero una ripresa in sicurezza per i giocatori, specie di natura logistica per i vari ritiri. La speranza di tutti, comunque, resta quella di quella convincere il CTS a modificare il protocollo e renderlo compatibile con una ripartenza in totale sicurezza. In caso contrario, si potrebbe anche andare incontro ad una chiusura definitiva della stagione.

IL COMUNICATO DELLA LEGA

"Nel frattempo, quest'oggi si è svolta una videoconferenza a cui hanno partecipato alcuni rappresentanti delle società di Serie A ed è stato emesso questo comunicato: "Si è svolta questo pomeriggio in videoconferenza una riunione tra rappresentanti delle società e medici delle stesse per un'analisi delle indicazioni sulla ripresa degli allenamenti collettivi a partire dal 18 maggio. L'incontro si è svolto in un clima propositivo e di collaborazione tra Club e componente medica, con l'obiettivo di trovare soluzioni idonee e praticabili nell'applicazione delle istruzioni ricevute, con particolare riferimento alla quarantena di gruppo e alla responsabilità dei medici sportivi. A tale proposito domani mattina la Lega Serie A, insieme ai vertici della FMSI e al Dott. Nanni, si riunirà con la Figc, per individuare insieme un percorso costruttivo di confronto con il Ministro della Salute, con il Ministro per le politiche giovanili e lo Sport, con il CTS, e giungere a un protocollo condiviso".

IL COMUNICATO DELL'AIC

"Anche l'Assocalciatori ha emesso un comunicato su questa vicenda: "Nella giornata di oggi si è tenuto un incontro di approfondimento con i rappresentanti delle squadre di Serie A, al quale ha partecipato il dottor Walter Della Frera, per esaminare le modifiche apportate al protocollo Figc a seguito delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico del Governo. Le perplessità tra noi condivise riguardano soprattutto le tempistiche della ripresa della stagione. L'ipotesi del ritiro per la creazione del 'GRUPPO Squadra' è stata valutata e condivisa fin dall'inizio, ma in assenza di date certe per la ripresa del campionato 2019-2020 appare prematura ogni valutazione sulle tempistiche di svolgimento dello stesso. Inoltre, le modalità di gestione delle eventuali positività di un membro del 'GRUPPO Squadra', così come definite dal nuovo protocollo, non sembrano idonee a garantire la conclusione del campionato; esiste il concreto rischio di doversi fermare nuovamente non appena si potrà tornare in campo, vanificando così tutti gli sforzi profusi. L'esigenza sentita da tutti noi è quella di avere chiarezza sui futuri protocolli concretamente attuabili nelle settimane successive alla prima fase di ritiro, soprattutto con riguardo alle modalità di svolgimento delle partite di campionato; la consapevolezza dei passi da compiere per tornare in campo ci aiuterebbe a condividere un percorso, senza malintesi e rischi inutili in questo momento. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni si valuteranno ulteriormente tutti gli aspetti critici, anche attraverso un confronto con i medici, i tecnici e gli arbitri che, come i calciatori, non vedono l'ora di trovare la giusta modalità di ripresa, preservando l’incolumità e garantendo l'uniformità di trattamento per tutte le persone coinvolte".

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