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Inter, Eriksen è centrale nel futuro: ecco cosa gli chiede Conte

Il danese non si è imposto come ci si immaginava, ma dopo lo stop diventerà sempre più importante

Mauro Maccioni

"Quando Eriksen è sbarcato a Milano, rigorosamente sponda nerazzurra, si è creato un forte clamore intorno al suo arrivo. E, come cosa, è anche giusta. Il danese è un giocatore incredibile, uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, e averlo strappato alla concorrenza senza spendere cifre esorbitanti per il cartellino è stato, sotto tutti i punti di vista, un affare. Poi, il primo problema: Eriksen non gioca. Un caso, si pensò, ma il tutto è andato avanti, con Eriksen che entrava a partita in corso o giocava titolare in Europa League. Impossibile fugare, dunque, i dubbi, nonostante le qualità del giocatore siano indiscutibili.

SCARSA FORMA E PROBLEMA DI MODULO

"Se ci si chiede se l'Inter debba puntare su Eriksen, la risposta non può che essere affermativa. Ricordiamo, e chiunque di calcio se ne intende lo sa, che il danese è uno dei migliori centrocampisti offensivi in circolazione. Ma se questo può essere inteso solamente come una cosa positiva vi sbagliate. Proprio in quel concetto di "offensivo" è dove risiede il problema. Il suo modo di giocare, con la palla tra i piedi e senza eccessivo movimento, limita le sue possibilità nel consolidato e immutabile 3-5-2 di Conte. Oltre a un problema tattico, Eriksen è arrivato in Italia in cattive condizioni fisiche. Se si uniscono gli ingredienti, ecco che la frittata è fatta.

RECUPERO FISICO E MENTALE PER ESSERE AL CENTRO

"Se le cause del problema sono semplici da individuare, lo sono anche le soluzioni. Ed è proprio in questo senso che l'Inter si sta muovendo. Eriksen sta sfruttando la sosta obbligata per rimettersi in forma il più possibile, in modo tale da, si spera, ripartire a un buon livello quando la situazione si sbloccherà. Più difficoltoso, invece, la metamorfosi tattica e mentale che il giocatore deve, per forza di cose, attuare. Essere una mezz'ala nel modulo di Conte richiede sacrificio, movimento senza palla, il partire qualche metro indietro. Tutte cose a cui Eriksen non era poi così abituato e che, di primo acchito, è stato destinato a soffrire. Inoltre, solo guardandolo in faccia, si capisce che Eriksen sia un ragazzo tranquillo. Ma Conte vuole dei soldati, dei guerrieri che sbranano l'avversario. Il danese l'ha capito e vuole dimostrare di esserne in grado.

"L'Inter aspetta Eriksen perché sa di avere tra le mani un gioiello. Conte, invece, spera di potersi ritrovare un giocatore nuovo, che possa unire la sua tecnica sublime alla giusta mentalità. Quello che importa è che le parti sono d'accordo: si lavora al futuro, insieme.

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