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El Shaarawy, il Faraone in cerca del suo Regno

L'infortunio di Perotti e l'assenza di Salah aprono le porte al Faraone. Per i possessori è il momento di schierarlo.

Redazione

"Era stato preso come possibile colpo a sorpresa nelle aste estive. Ad agosto, dopo le prestazioni degli ultimi mesi dello scorso campionato, 8 gol e 2 assist in 16 presenze, sembrava davvero che potesse insidiare persino Dzeko nelle gerarchie dell'attacco giallorosso. Da allora sono passati poco più di 4 mesi, eppure già sembrano tempi lontanissimi, come quelli dell'Antico Egitto regnato dai Faraoni.

Perché poi la storia la conosciamo, il bosniaco è tornato il giocatore che tutti a Roma aspettavano ed ha cominciato a segnare a ripetizione fino ad issarsi in vetta alla classifica marcatori della Serie A. Questo inevitabilmente ha tolto spazio ad El Shaarawy che, dopo essere partito titolare nelle prime 3 giornate, ha iniziato a vedere il suo regno sgretolarsi, collezionando più panchine che presenze.

LE PIAGHE D'EGITTO

"Ad oggi, inutile negarlo, Stephan El Shaarawy è una delle più grandi delusioni fantacalcistiche della stagione. 15 presenze per lui, molte delle quali però dalla panchina, ed appena 3 gol e 1 assist. Sicuramente non l'apporto che i suoi possessori si aspettavano al momento dell'acquisto.

I motivi sono molti, diverse piaghe, per rimanere nella metafora con l'Egitto, che si sono abbattute sul suo avvio di stagione. In primis la tramutazione del flop in top, con chiaro riferimento a Dzeko che ha convinto a suon di gol Spalletti a rinunciare al modulo col falso nueve che lo aveva esaltato lo scorso anno. E, ironia della sorte, il momento forse decisivo perché questa convinzione maturasse nel tecnico toscano è il giorno di Roma-Sampdoria, terza di campionato, quando una pioggia di fuoco e ghiaccio si abbatté sull'Olimpico e Spalletti sostituì il Faraone con Dzeko all'intervallo con la Roma sotto di un gol. I giallorossi vinsero 3-2 in rimonta, con gol proprio di Dzeko e poi di quel giocatore che, specie a Roma, è sicuramente quanto di più vicino ad una divinità ci sia sui campi di calcio: Francesco Totti.

"Da quel momento arrivano le prime panchine e poco dopo il colpo del KO: non saranno state zanzare, mosche o cavallette, ma un fastidio agli adduttori che lo ha costretto comunque a restare fermo per alcune settimane facendogli perdere allenamenti e ritmo partita. Nel frattempo la Roma davanti continuava a segnare a ripetizione, il tridente Perotti-Dzeko-Salah si è imposto come uno dei migliori del campionato e così per El Shaarawy trovare spazio è diventata un'impresa... faraonica.

IL FARAONE E IL SUO POPOLO

"Ma finora c'era sempre stato un appiglio per tutti i suoi possessori, un qualcosa in cui sperare per una ripresa: la Coppa d'Africa. La partenza di Salah, lui sì di vera nazionalità egiziana e pronto a guidare il suo popolo nella competizione continentale, avrebbe liberato quel posto sul treno degli attaccanti che il Faraone doveva trasformare nel suo Trono dal quale fondare la dinastia El Shaarawy II. Speranze però crollate con la panchina di Marassi, la scelta di Spalletti di giocare con Bruno Peres più alto su quella fascia, e lasciare a Stephan appena 12 minuti finali, giocati peraltro malino.

"Ma quando già sembrava che le acque del Mar Rosso per lui si fossero chiuse definitivamente, ecco arrivare l'infortunio di Perotti che sicuramente lo costringerà a saltare almeno Udine. E questo, più dell'assenza di Salah, è il vero tassello che serviva per decifrare la Stele di Rosetta sulla quale sono riportati i motivi dell'assenza del Faraone.

IL VERSANTE DESTRO DEL NILO

"Sì perché Spalletti in realtà lo ha più volte fatto capire sia in conferenza che sul campo: il vero antagonista nel ruolo da titolare per El Shaarawy non è Salah, ma Perotti. L'egiziano, quello vero, gioca a destra, ed è l'unico di tutto il reparto offensivo giallorosso a preferire quel versante dell'attacco. Tutti gli altri si muovono meglio o al centro, o a sinistra. Per il tecnico di Certaldo sia il Faraone che El Monito perdono molta della loro pericolosità se spostati sulla destra e dunque prima di schierarli in quella posizione valuta ogni altra alternativa possibile in rosa. E vista l'importanza che Perotti si è ritagliato, con merito, nello scacchiere giallorosso, a farne le spese è stato soprattutto El Shaarawy, che inoltre ancora meno del suo compagno di reparto è in grado di adattarsi alla fascia opposta secondo Spalletti.

"Ecco perché questa volta, con l'assenza del numero 8 giallorosso, lo spazio per lui ci sarà davvero. Come accadde nell'ultima del 2016 d'altronde, in casa contro il Chievo, quando giocò titolare sulla sua fascia preferita fornendo inoltre una ottima prestazione condita dal gol su punizione che ha spianato la strada della vittoria giallorossa.

IL REGNO DEL FARAONE PUO' TORNARE?

"Ora che le aste di riparazione si avvicinano nella maggior parte delle leghe fantacalcistiche d'Italia è chiaro che la domanda sorge spontanea: le delusioni di questi primi mesi sono destinate a protrarsi per tutto il corso della stagione o possiamo aspettarci una rinascita?

"Per dare una risposta certa ovviamente dovremmo possedere quel potere divino che veniva riconosciuto solo al Faraone nel regno d'Egitto, ma di sicuro possiamo fornire tutti i mezzi per fare una valutazione più consapevole possibile. L'importante è chiarire l'equivoco: El Shaarawy e Salah condividono solo parte della nazionalità, ma così come non sono rivali in patria, non lo sono neanche per il ruolo da titolare della Roma. Il vero alter ego di Stephan è Perotti. Insieme in campo al fianco di Dzeko li vedremo probabilmente quasi solo nelle partite casalinghe sulla carta più abbordabili.

"Il tutto in attesa di capire se un nuovo nome arriverà dal mercato a turbare il tentativo di rinascita del Faraone. Dunque se siete alla ricerca di titolarità dovete guardare altrove. A meno di infortuni o colpi di scena El Shaarawy è destinato a rimanere in seconda linea nel tridente giallorosso. Ma attenzione anche a sottovalutarlo perché una seconda linea di un attacco prolifico come quello di Spalletti può comunque regalare soddisfazioni quando impiegato. Valutate bene la vostra rosa e le offerte che vi arrivano dunque, e poi decidete se potete tenerlo. Chissà che non vi regali tesori inaspettati come quelli ritrovati nella Piramide di Tutankhamon.

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