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"Le turbolenze della stagione del Genoa avevano inghiottito nei loro vortici anche Mimmo Criscito: il difensore italiano classe '86, infatti, pur offrendo prestazioni di sostanza e dando il suo decisivo apporto in campo, non aveva brillato mai in ottica bonus, con soli due assist nella gara andata in scena il 26 agosto scorso contro l'Empoli e poi, di lì, il nulla.
"Riadattato a terzo di sinistra nella difesa a tre scelta e portata avanti da Juric infatti, Criscito aveva perso non solo smalto nelle sortite offensive, ma anche spazio per incidere e infilare la fascia. Risultato? Nullo in ottica bonus e pericolosità che, sua caratteristica connotativa, ne avevano fatto una potenziale portata prelibata in molte delle aste estive.
"Tutto questo però, sembra ormai un ricordo lontano e sbiadito: archiviato infatti l'esordio di Prandelli contro la Spal, in cui il capitano del Grifone ha rimediato un'espulsione dopo appena undici minuti nella gara poi pareggiata 1-1 dai suoi, le prestazioni di Mimmo sono state un crescendo continuo. Crescendo in convinzione, senza dubbio; in leadership, ritrovata e saldamente mantenuta; in propensione al bonus e alla partecipazione alla manovra d'attacco, con un gol e un assist nelle ultime quattro gare. E l'ultima rete pesa moltissimo, perché ha regalato al Genoa tre punti inaspettati contro una Lazio sì decimata ma anche, almeno sulla carta, data come papabile vincitrice. E l'esultanza racconta tutto: perché quello di domenica è stato il primo gol in campionato dopo il ritorno alla terra natìa, proprio Genoa, che lo ha assistito e supportato mentre cresceva e diventava grande, macinando chilometri dopo chilometri su quella fascia di Marassi che è ormai casa sua. Un'esultanza da vero capitano e trascinatore, ed è impossibile raccontarla meglio di quel bacio ripetuto e ostentato alla maglia.
"E non è un exploit casuale, il suo: perché davanti all'ovvietà di un ritorno al ruolo più congeniale e rodato di terzino sinistro in una difesa a quattro, dove il tecnico lombardo lo sta impiegando con continuità, si celano sfumature tattiche differenti e altrettanto decisive. Innanzitutto, la riproposizione di un 4-3-3 in cui la mezzala ha compiti più marcatamente difensivi, ne libera spazio davanti per le sue sortite sulla fascia.
"A questo aggiungiamo che il dirimpettaio, Biraschi, è un centrale riadattato a terzino, con conseguente dirottamento della manovra d'attacco proprio sulla corsia mancina, affidandola al piede e ai ritmi di gioco più propositivi del capitano.
"Se, poi, consideriamo che a sinistra gravita Kouamé, vera e propria calamita per le palle alte e importante fulcro del gioco avanzato, abbiamo tutti i colori necessari per ritrarre correttamente la situazione: un Criscito rinato, sempre più capitano, sempre più condottiero, sempre più libero di sfoderare il suo cinico e prezioso mancino.
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