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Roma, Di Francesco: “Non mi interessa il broncio di Dzeko”

Il tecnico giallorosso ha approfittato della conferenza pre-Champions per presentare il match contro i Campioni in carica del Real Madrid e per dire la propria su alcune questioni che stanno tenendo banco su tutti i quotidiani.

Fabiola Graziano

"Eusebio Di Francesco non le manda a dire. Nella prima chiacchierata con i giornalisti, alla vigilia del debutto stagionale in Champions League, il tecnico della Roma ha affrontato diversi temi, tra cui il presunto "mal di pancia" di Edin Dzeko dovuto all'astinenza dal goal, la panchina di Perotti e il caso Douglas Costa che ha visto coinvolto suo figlio Federico.

LE PAROLE DI DI FRANCESCO

"Tra Dzeko e i problemi in difesa e attacco:"Non mi interessa il broncio di Dzeko, perché ritroverà il sorriso una volta che farà gol. Mi preoccupa di più la fase difensiva, lavoriamo tutti quanti per questo. Bisogna cercare di dare qualità al reparto offensivo, ma poi occorre lavorare meglio di squadra per subire di meno".

"Sulla formazione:"Posso anche sorprendere. Tanti sono i pensieri, poi però devo fare delle scelte. Questa è una partita bellissima, spero che si riaccenda la stessa anima della passata stagione per quanto riguarda la mia squadra".

"Sul centrocampo:"Nzonzi e De Rossi possono coesistere. Il primo può fare anche la mezzala, forse anche domani. Che sia 4-3-3 oppure 4-2-3-1, tuttavia, non deve cambiare niente. La mentalità però non deve spostarsi: dobbiamo restare corti e aggressivi".

"Su Perotti: "Devo fare delle scelte, in base alla partita e alle caratteristiche dell'avversario. Lui andrà in panchina, altri in tribuna. Sono decisioni prese anche per far crescere qualcuno che pensa di essere già arrivato".

"Sullo sputo di Douglas Costa al figlio Federico:"Sono indignato per quello che ho sentito sulle presunte parole di Federico a Douglas Costa. E' stato un grande uomo, da padre ne sono orgoglioso. L'unico che non ha ricevuto delle scuse è stato lui e questo è vergognoso. E' un ragazzo che è passato quasi da vittima a colpevole. Questi sono i social".

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