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Bomber di Provincia

Storie di cannonieri veri, gli attaccanti che sono il tesoro nascosto per noi fantallenatori

Redazione Fantamagazine

Chi non ha ancora negli occhi le prodezze regalateci quest’anno dal signor Luca Toni? Risorto come l’araba fenice nella città di Giulietta, dopo che le mediocri annate rimediate tra Juve, Genoa e Fiorentina lo stavano per relegare alla giuda degli allievi viola e che lo hanno invece portato a siglare 42 reti in due stagioni e ad essere di fatto il miglior centravanti della serie A. Sarebbe riduttivo considerare Toni soltanto come un bomber di provincia, stiamo pur sempre parlando di un campione del mondo che ha indossato con successo la prestigiosa casacca del Bayern Monaco, con la quale ha vinto il Maisterschale con tanto di titolo di capocannoniere. Virale il tormentone che all’Allianz Arena si intonava ad ogni sua rete. Ma dalla Provincia ha iniziato la scalata al grande calcio facendosi prima conoscere a Brescia per poi essere lanciato definitivamente coi 50 gol in due stagioni al Palermo di cui 20 in A nella stagione del ritorno nella massima serie dei rosanero. Preludio della stagione d’oro successiva con le 31 reti (massimo in A dalle 33 di Angelillo del 58-59) in maglia viola, la scarpa d’oro e una presenza fondamentale tra gli eroi di Berlino. E dalla provincia è tornato per riprendersi prepotentemente la scena della serie A.

Cannonieri veri, utili al Fantacalcio.

Il nostro campionato è pieno di storie di bomber di provincia che spesso han fatto e continuano a fare le fortune dei fantallenatori che in sede d’asta riescono ad accaparrarseli ovviamente spendendo molto meno rispetto agli attaccanti delle squadre più blasonate. Solo negli ultimi 20 anni si possono ricordare il capocannoniere Protti che con 24 reti che nel 95-96 assieme al gemello Tovalieri che ne siglò 17, andarono ad un passo dal riuscire a salvare un modestissimo Bari, condannato dall'orribile difesa colabrodo. Qualche anno dopo fu il turno di Darione Hubner che con le rondinelle mise a segno ben 33 reti in due stagioni di serie a, anche se non consecutive.

C’è chi dalla provincia si è lanciato in orbita come Inzaghi (42 reti in due stagioni all’Atalanta) e Gilardino (48 sempre in due a Parma) e chi invece la Provincia l’ha sposata per la vita pur potendo ambire a palcoscenici ben più prestigiosi e remunerativi. Nessuno risponde a questo identikit meglio dell’immenso Totò Di Natale, gioia di tutti gli appassionati di calcio e artefice principale del miracolo Udinese degli ultimi anni. Vanno ricordate in particolare le 103 reti in 4 stagioni a partire dal 2009-10 che gli hanno permesso di vincere per ben due volte di fila il trono dei cannonieri davanti a fior di campioni del calibro di Ibrahimovic, Cavani e Milito. Chi l’ha avuto nella propria rosa in quelle stagioni l’ha di certo idolatrato alla follia al di la della fede calcistica.

Un altro ottimo esempio di amore per la maglia l’ha data Cristiano Lucarelli che col suo Livorno ha messo assieme in tre stagioni, la bellezza di 63 reti, davvero niente male. Fin qui si è parlato di attaccanti che comunque il loro pedigree l’hanno sempre avuto e che, pur pagati meno dei big, di certo all’asta non venivano regalati (salvo manifesta inferiorità dei vostri contendenti). Se parliamo di veri crack del calcio provinciale, quelli che in leghe non molto numerose riesci a prendere a 1 a fine asta per chiudere la rose, c'è un uomo solo al comando: "signori e fantallenatori, mister Christian Riganò"; i suoi 19 gol a Messina nel 2006-07 sono a mio parere la più alta espressione di furto d’asta a cui abbia mai avuto il piacere di assistere.

Andiamo infine ad analizzare il perché a volte sia preferibile indirizzare le proprie attenzioni fantacalcistiche verso questi “carneadi” del pallone.

Perché sono il nostro tesoro nascosto per noi fantacalcisti?

1) Salvo infortuni o squalifiche, non giocando solitamente le coppe, difficilmente vengono turbati dagli ormai cronici turnover che impongono gli allenatori. Nessun dubbio sul fatto che Tevez quest’anno sia stato il migliore e la FM lo sta ad indicare, ma alle sue 32 presenze fanno da contraltare le 38 messe a referto da Toni, che ci danno una chiave di lettura sulla maggior utilità del gialloblù.

2) Difficilmente dividono le reti con altri compagni di reparto, le piccole squadre se hanno un terminale principe, tendono a giocare per lui e a far convergere le azioni in modo che vengano da lui finalizzate.

3) Nel 99% dei casi, sono i rigoristi e battono le punizioni, il che aumenta di molto la potenziale produttività.

4) A parità di rendimento finale, costano in proporzione molto meno dei top assoluti.

Questa analisi non dev’essere letta come un anatema contro gli attaccanti delle grandi squadre, ma vuole fornire una concreta alternativa agli stessi nel momento in cui i prezzi salgono vertiginosamente e perché no, cercare tra i provinciali la perfetta seconda punta da affiancare a quello che abbiamo individuato come nostro top player.

A vincere un fanta con Ibra son capaci tutti, ma vuoi mettere la soddisfazione di diventare campioni grazie a un Zampagna qualunque? Buon fantacalcio a tutti!

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