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Dimmi chi vendi e ti dirò chi sei: l’asta di riparazione

Chi spende tutto, chi toppa e chi inganna: 5 tipi da asta di riparazione al Fantacalcio

Nicolò Premoli

Per molti rappresenta l'ultima frontiera per cercare di puntellare una squadra allo sbando, per altri il modo per rendere perfetto (o quanto meno provarci) un team che sta dominando in lungo e in largo il campionato. Sì, stiamo parlando di quell'asta di riparazione che dopo quella di inizio anno rappresenta uno dei momenti più delicati dell'intera stagione al fantacalcio. Certo, i nomi pesanti che arrivano ormai sono decisamente pochi ma più il bottino è magro più ci si avventa con uno slancio famelico sui giocatori capaci - almeno sulla carta - di salvare dall'onta dell'ultimo posto.

Sono cinque i personaggi che potrete incontrare ad un'asta di riparazione, cinque profili con peculiarità del tutto differenti.

1 - Il Rischiatutto

Si tratta solitamente dello stesso allenatore che ha deciso di puntare su un numero imprecisato di scommesse ad inizio anno: magari perché è arrivato agli attaccanti ubriaco o forse per il puro gusto di poter raccontare ai nipotini qualche aneddoto, del tipo: «Vedi figliolo, quel Błaszczykowski che ora allena la Polonia l'ho scoperto io!».

Il rischiatutto si conferma tale anche nelle fredde giornate di febbraio e punta su brasiliani 18enni che se tutto va bene andranno in tribuna oppure su giocatori - nel caso in cui l'asta si consumasse a mercato ancora aperto - che hanno la stessa probabilità di finire in una squadra di B come di diventare titolari in una provinciale.

2 - Il Fedelissimo

C'è chi a inizio anno spende e spande proprio su quel giocatore, sul pupillo che nonostante una fantamedia ridicola e la tendenza al cartellino di un fabbro DEVE per forza di cose finire in squadra. C'è chi invece - con calma e pazienza - brama il momento il mercato di riparazione in attesa della lieta novella, del ritorno in Serie A del pupillo. Naturalmente, se il giocatore in questione dovesse palesarsi in A, il fedelissimo punterà tutto il suo budget su di lui, anche a costo di lasciare dei buchi incredibili in altri reparti. E sappiamo benissimo che, nonostante tutto, si fionderà su Di Natale, statene certi.

3 - Il Diffidente

Categoria piuttosto nutrita, soprattutto nelle leghe dove - per i motivi più disparati - l'asta di riparazione si svolge nel vivo della campagna acquisti. Il diffidente guarda ad ogni nome come guardasse ad una probabilità, la probabilità che il giocatore resti o vada via. Discepolo delle bombe di mercato delle piccole emittenti locali il diffidente ben difficilmente comprerà un giocatore dato sul piede di partenza anche se la destinazione più probabile fosse quella piccola dove giocherebbe anche da infortunato. Finisce l'asta con uno/due acquisti al massimo.

4 - Il Magnate

C'è chi ancora crede in una serie A appetibile per i grandi nomi del mercato estero e di conseguenza cerca di risparmiare il più possibile ad inizio stagione anche a costo di costruire una squadra infarcita di seconde punte in attacco e medianacci a centrocampo. Il magnate arriva all'asta di riparazione con almeno tre volte il budget del secondo più ricco e solitamente esordisce con la frase «Tanto compro chi voglio». Le certezze granitiche del magnate cadono una dopo l'altra dinanzi al quadro mesto dei nuovi arrivati nella massima serie. Finirà l'asta con gran parte del budget intatto: quei 250 milioni conservati per Lavezzi non si possono spendere per un attaccante qualunque, suvvia.

5 - L'Ingannevole

Si presenta all'asta di riparazione con piccoli post-it dove nasconde le sue strategie agli occhi degli avversari e semina il panico dicendo che avrà bisogno di almeno del doppio dei giocatori effettivamente richiesti per puntellare la sua squadra. Personaggio piuttosto sgradito, nonostante mille proclami ed un panico ingiustificato, finirà per acquistare un portiere, un difensore (nemmeno da modificatore) ed un attaccante di terza fascia. Insomma, farà un'asta mediocre terminando la sua opera con l'esclamazione più ipocrita del fantacalcio: «Ahhh, ho preso proprio chi volevo!»

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