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Udinese, De Canio: “Le mie squadre hanno sempre segnato molto…”

Conferenza stampa di presentazione di De Canio, neo allenatore dell'Udinese

Redazione

È da poco finita la conferenza di presentazione di Luigi De Canio. Per lui si tratta della seconda avventura all'Udinese dopo l'esperienza durata dall'agosto 1999 fino a marzo 2001. Ecco gli argomenti più interessanti trattati dal tecnico nelle sue prime ore da tecnico sulla panchina friulana.

La conferenza stampa di De Canio:

Che idea si è fatto dell'Udinese attualmente?

"Dall'esterno si possono avere delle idee, che però non possono poi essere per forza veritiere quando la situazione la vivi dall'interno. Ho bisogno di parlare con la squadra e di vederla in allenamento. Il mio entusiasmo è tanto e lo metterò al servizio della squadra".

Ha un'idea tattica su cui lavorare?

"Sì, ce l'ho, ma al momento è effettivamente un po' prematuro parlarne. Sarò più chiaro nei prossimi giorni dopo aver parlato con i ragazzi".

Quanto è imprescindibile Di Natale? Giocherà a 3 dietro? Cosa ha fatto in questi due anni?

"Di Natale è un grande calciatore, ma oggi io devo verificare la sua condizione fisica, mentale affinché lui possa dare il contributo che tutti pensiamo lui possa dare. Poi saprò essere più preciso. Sono a disposizione di tutti, ma ho bisogno che tutti mi diano disponibilità e mi facciano vedere la voglia di valorizzare l'Udinese prima ancora di se stessi, senza stare a creare situazioni particolari. Sulla difesa io penso che l'allenatore ha a disposizione un gruppo in cui deve valorizzare il valore tecnico e umano. L'Udinese ha una storia sotto questo punto di vista, con la difesa a 3 che è stata un caposaldo degli ultimi decenni, da Zaccheroni in poi. E' normale che io pensi che i calciatori possano sviluppare questo discorso tecnico-tattico, ma è suscettibile di variazioni in caso dovessi riscontrare cose diverse in allenamento. In questo anno e mezzo sono stato anche all'estero; ho cercato di approfondire la conoscenza del calcio estero, soprattutto quello inglese".

Su quali giovani si sente di puntare?

"Per me ora conta vederli di persona e capire le loro motivazioni in funzioni della sua crescita e delle sue aspettative, per capire chi è realmente motivato e chi vuole giocarsi una chance importante come me".

Quanto tempo ci vorrà per vedere la sua mano?

"So che non ho molto tempo e so che questo è il mio più grande nemico. Non posso quantificare il tempo; di certo spero di avere quel pizzico di fortuna necessaria per far sì che questo tempo non sia troppo lungo. Se abbiamo la fortuna di fare qualche risultato, ovvio che la condizione psicologica aiuterà questo processo".

Si concentrerà di più sulla difesa o sull'attacco?

"Quando tanti anni fa c'erano le famose 7 sorelle, la mia Udinese, nell'anno solare 2000, ha fatto più gol di tutti, nonostante ci fossero campioni come Trezeguet, Batistuta e altri. Le mie squadre hanno sempre segnato molto e i miei attaccanti sono andati sempre spesso in gol, come Chiesa al Siena o lo stesso Sosa qui. Mi è sempre piaciuto vincere facendo più gol. Lavorerò in questo senso perché fa parte della mia attitudine".

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